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Enza Luiso e il suo "Studio d'Arte"

Inaugurazione dello studio d'arte dell'artista cassanese Enza Luiso e presentazione dell'opera “Trascendenza- Il mistero della sofferenza”.


"Hanno ragione quanti ritengono che Cassano delle Murge si prepara a diventare presto “Città d’arte e di cultura” per l’intensa attività artistico-culturale che, grazie alla sensibilità degli amministratori ed i sempre fermenti vivi e pulsanti alimentati da alcuni uomini di cultura ed artisti locali, questo ridente centro, situato ad un tiro di fucile da Bari, va promuovendo con notevole interesse anche da parte del grosso pubblico.

opera dell'artista Enza Luiso

Sabato 5 dicembre p.v. si terrà, alle ore 18,30, con l’intervento del Sindaco Maria Pia Di Medio e dell’Assessore alla Cultura Pierpaola Sapienza, l’inaugurazione dello “Studio d’Arte” della nota artista locale Enza Luiso alla via Cadorna, 23 , con la presentazione dell’ opera ispirata a San Pio da Pietrelcina “Trascendenza- Il mistero della sofferenza”.
Ad intrattenersi su tale opera e sulla vasta produzione pittorica e plastica della Luiso saranno il giornalista Gustavo Delgado, il docente di Storia dell’arte Fernando Jacobellis, la scrittrice Anna Sciacovelli ed il critico d’arte Lello Spinelli, figlio dell’intellettuale barese Gino Spinelli de’Santelena che, per primo, ebbe modo di avvertire la di lei notevole sensibilità espressiva, la sua sorprendente vitalità cromatica evidenziata da decisi tagli di luci–ombre e dalla buona escavazione formale.
Di questa valida artista pugliese lo stesso Lello Spinelli scrive che l’apparente staticità di alcune opere nasconde, nella profondità della tela, il fluire lento, inesorabile del tempo e delle stagioni, l’essenza stessa del paesaggio il cui fascino sa avvincere, imprigionare occhi e cuori, dilatando il tempo e facendoci sentire il calpestio di presenze umane, il respiro del mare nel quale si rispecchiano case o barche, mentre, spesso accecanti tramonti fanno da cornice a bianchi o rossi accesi.
Inquadrature naturali, le sue, mai convenzionali o rimediate, tagliate con pronto ed infallibile senso di equilibrio e di ritmo in un periodare severo, ben serrato anche nelle sculture, mai propenso alle piacevolezze superficiali ma piuttosto incline ad apparenti aperture astratte che si snodano dal centro della tela quasi sbriciolate da colori carnosi e palpabili.
Una sorta di spettri della percezione, una percezione resa in formulazione di linguaggio asciutto, di necessità amebica di ricostruire, col sistema geometrico applicato a scelte non descrittive ma rigorose, questi “ paesaggi” della memoria senza mai utilizzare capziosi modelli di altri artisti o contesti “altri” occasionali o simbolici ma piuttosto lasciandosi guidare dalla sottesa volontà di fare dell’arte rispettabile.
“Un’ arte, questa della Luiso” - sottolinea il critico - “ la cui innovazione linguistica esorcizza gli stessi fattori “spazio-tempo “ e le consente di offrire alla nostra visione non solo esercizi privilegiati di buona pittura, senza abbagli di una simultanea cristallizzazione di correnti altre, ma soprattutto la sua stessa capacità di accogliere e trasmettere non la filigrana soggettivistica della visione ma la simbiosi di realtà / immaginazione, incarnazione sociologica della coscienza di chi, alla gratuità delle mode, alle permissioni nomenclative convenzionali per altri, al tric-trac di ormai leit motiv del ripetuto, ha sempre preferito giocare a carte scoperte nei necessari ricambi di espressione e nella naturale evoluzione dei sintagmi innestati a ciascun pretesto ispirativo.” - Anna Sciacovelli, Cassano delle Murge 3/12/2009

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