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Il custode del museo delle cere

Nelle librerie il nuovo romanzo di Raffaele Nigro edito da Rizzoli "Il custode del museo delle cere". Ambientato nel capoluogo pugliese.

La trama - In una Bari che profuma di fine estate, Andrea cerca di sopravvivere all'ultimo anno di liceo e ai tira e molla con la fidanzata, progettando la fuga verso un Nord che gli sembra carico di promesse. Finché il nonno, un intellettuale angosciato dal fallimento del Socialismo, gli propone un'insolita visita al museo delle cere. E lo fa con un'insistenza tale che è quasi impossibile contraddirlo. Perciò Andrea lo segue a Villa Carafa, l'antico e polveroso edificio che ospita il museo. Senza sapere che stanno per iniziare un viaggio dantesco destinato a cambiare per sempre le loro vite, e a destare nel giovane la passione politica. Perché all'improvviso la cera delle statue si farà carne e sangue, e i personaggi, bloccati in un eterno presente, prenderanno vita, ansiosi di strappare al corso inesorabile del tempo qualche istante ancora. Attraverso le loro voci straordinarie - quelle di Federico II, Leonardo Sciascia, Carmelo Bene, Cassiodoro e molti altri - nonno e nipote cammineranno per le strade della Ravenna bizantina, della Puglia infestata dai briganti, della Turchia infiammata dai conflitti della modernità, del Sacro romano impero devastato dalle invasioni barbariche. Sulle tracce di un passato che non accetta di essere dimenticato. 

L'Autore - Raffaele Nigro (Melfi, 1947) è caporedattore Rai, narratore e saggista. Tra le sue opere, tradotte in molte lingue, ricordiamo Viaggio a Salamanca (2001), Diario mediterraneo (2002), Burchiello e burleschi (2003); per Rizzoli ha pubblicato I fuochi del Basento (1987, Premio Supercampiello), Malvarosa (2005, Premio Selezione Campiello), Santa Maria delle Battaglie (2009, Premio Acqui Storia) e Fernanda e gli elefanti bianchi di Hemingway (2010). 

"Un uomo rigoroso, attento e non banale. Pochi minuti e si intuisce il suo orgoglio di scrittore che ha voluto raccontare la Puglia ma anche il sud e la sua storia. 
È importante che oggi i giovani leggano i libri di Nigro, perché nelle sue pagine e nei suoi esperimenti narrativi si scorgono i desideri di rappresentare un sud ”non banale”, il sud nato dalle campagne, ma che oggi invece cammina speranzoso verso una nuova Europa". 

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