L’opera d’arte come metafora del disagio dell’uomo contemporaneo è il tema complesso della mostra "SintHomo". Quindici gli artisti - Marta Alessio, Paolo Assenza, Sergio Baldassini, Stefano Bolcato, Paola Brancaleoni, Alessandro Crapanzano, Simona Di Lascio, Luciano Fabale, Diana Kirova, Letizia Marabottini, Simona Morgantini, Chris Nix, Ivan Paduano, Valeria Patrizi e Maria Manuela Pochetti - molteplici i linguaggi che spaziano dalla pittura all’installazione dalla scultura alla performance.
Il discorso ruota attorno al “sinthomo” inteso come l’indizio, il segno, la spia della complessità esistenziale dell’uomo contemporaneo, che dolorosamente, in esso si palesa. Il termine deriva dal greco σύμπτωμα: ‘evenienza’. Ed è, appunto, questa evenienza che gli artisti in mostra colgono e restituiscono ciascuno nella sua essenza particolarissima. Evenienza, quale metafora della verità nella sua sintesi estrema, si manifesta come effetto finale, non standardizzato, di un convergere di molteplici azioni e reazioni. Chiamiamo sintomo qualcosa che «parla», che vuole esprimersi, e parla innanzitutto in modo autoreferenziale all’individuo e dell’individuo che lo manifesta. È il messaggero di un “significante muto” per molti sconosciuto, che l’artista sublima fino a restituire nell’immediatezza visiva dell’opera d’arte. Si presenta come una metafora del soggetto, ossia come un suo significante privilegiato, costituito da un nucleo simbolico.
“L’arte in sé è la parte muta in eterno, di cui si può in eterno parlare.” Willem De Kooning
MONDRIAN SUITE
Via Dei Piceni 41/43 - Roma
+39 0645436921
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