Per la prima volta in Italia - e anche in Europa - verranno esposte le opere del maestro monumentalista russo Viktor Ladviščenko (Leningrado, 1930), che fu esponente del realismo socialista del periodo post-staliniano. Al fine di calare i dipinti nel loro contesto storico, saranno altresì esposti vari oggetti di design contemporanei alle opere in mostra, realizzati per l’élite burocratica sovietica.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 15 al 30 dicembre 2015, presso la sede di Azimut a Roma, in via Flaminia 133.
Il progetto della mostra nasce dal desiderio di far conoscere al grande pubblico l’arte del realismo socialistadegli anni ’70-’80, presentando le opere di un pittore che ha raccontato la vita quotidiana all’epoca del socialismo.
I dipinti in mostra trasportano lo spettatore in un periodo storico concluso, ormai lontano, e perciò osservabile da quella giusta distanza temporale, che dissolve i pregiudizi ideologici.
«È arrivato il momento di guardare all’arte sovietica con uno sguardo nuovo, curioso nei confronti delle opere di quelli che sono gli ultimi grandi pittori figurativi europei» questo è l’auspicio dei curatori Giovanni Argan e Daria Parfenova.
La pittura di Ladviščenko ha le sue radici nella corrente classicista, che ha come punto di riferimento i grandi maestri del Rinascimento italiano.
Le tempere esposte presentano caratteristiche tipiche della cultura artistica rinascimentale, quali l’inserimento delle figure in uno spazio perfettamente prospettico; l’utilizzo del supporto del
trittico, retaggio della pittura del ’300 e del ’400 italiano; la costruzione delle figure attraverso l’utilizzo del colore e dei volumi geometrici; il gusto per la narrazione e per la funzione didascalica dell’opera d’arte.
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